Un post di Claudio Demozzi letto su FB (purtroppo non commentabile e quindi ho dovuto affidare il commento al mio blog)
Ho letto con interesse il post di Claudio Demozzi che riporta un articolo sul Giornale delle Assicurazioni (pag 42 e 43). L’ho letto con interesse perchè pieno di spunti importanti; finalmente si parla del ruolo futuro del Agente di assicurazioni ( o meglio si parla della necessità di affrontare questo argomento con modalità differenti).
L’articolo inizia così:
“Da troppo tempo la più grande Associazione di rappresentanza degli Agenti assicurativi, il Sindacato Nazionale Agenti (SNA), é la sola a richiamare l’attenzione dell’industria assicurativa, delle Autorità e degli stessi operatori del settore, sulla necessità di confrontarsi e di individuare, condividendole almeno per grandi linee, le direttrici principali verso le quali indirizzare l’evoluzione del fare assicurazione nel nostro Paese…”.
Non so se questa prima affermazione sia veritiera, se così fosse, bisognerebbe preoccuparsi in quanto vorrebbe dire che ANAPA ed UNIAGENTI siano completamente inattivi su uno dei temi principali dei propri iscritti.
L’articolo poi prosegue con una affermazione anch’essa curiosa: “Solo nei convegni targati SNA si vedono affrontate queste tematiche, con il dovuto supporto scientifico e con la necessaria concretezza. In molti consessi assembleari o convegnistici, ai quali mi accade di partecipare, per lo più organizzati da blasonate Compagnie o da società di consulenza, l’evoluzione della figura professionale dell’intermediario assicurativo rappresentante dell’Impresa, ma soprattutto consulente del cliente, viene sovente presentata secondo una narrazione prestabilita, che non ammette un serio confronto né alcuna possibilità di rettifica”.
Ancora una volta sembrerebbe che solo lo SNA affronti con “il dovuto supporto scientifico e la necessaria concretezza” un argomento così vitale per la categoria. Un passaggio questo, a mio avviso sicuramente di forte propaganda, ma anch’esso, credo, non totalmente rispecchiante la realtà dei fatti. Possibile che solo lo SNA sia così attivo, illuminato e con le competenze necessarie e che tutto il resto del mercato (società di consulenza e compagnie “blasonate”) non sia all’ altezza del argomento?
Ma il passaggio che condivido maggiormente è quello in cui Demozzi dichiara:
“… È questo il mondo fotografato nell’ANA 2003 e che ancora sopravvive. È questo il mondo che non riesce ad evolvere verso quella figura di Agente imprenditore auspicata da SNA, maggiormente autonomo e libero di organizzare la propria Agenzia secondo le proprie valutazioni manageriali”.
Qui in realtà c’è tutta l’essenza del futuro del ruolo. Un ANA 2003 oramai obsoleto ed anacronistico che da troppi anni “sopravvive” senza che nessuno SNA ed ANIA senta il bisogno (il dovere!) di rottamarlo per uno più moderno ed in linea con i tempi (leggo con piacere che questo è proprio il desiderata dello SNA)
Parole “sante” quelle di Claudio Demozzi a cui spero facciano seguito dei fatti concreti, magari con una unità di tutte le associazioni sindacali operanti nel mercato.
Allego il pdf del articolo in modo che sia possibile leggerlo integralmente.